Una bella pineta e un centenario castagneto a sovrastare l’antico borgo, adagiato su uno sperone del monte Pincio. Si potrebbe parlare di una storia gloriosa, ma a la notorietà di Talamello è oggi dovuta al “formaggio di fossa”, la caciotta della zona, calata in fosse scavate nel tufo da cui esce dopo mesi di stagionatura a sprigionare tutti quegli umori, aromi e proprietà da meritargli la denominazione d.o.c. di alta gastronomia, celebrata in una frequentatissima sagra, così come lo è quella “della rana”, altra specialità locale.
Nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, degno di attenzione il “Crocifisso”, che la tradizione vuole dipinto da Giotto.
Ma è soprattutto d’obbligo una visita alla “Cella”, nei pressi del cimitero, dipinta con affreschi mirabili dal ferrarese Antonio Alberti nel 1427.
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