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Allegretto
Nuzi
Quello di
Allegretto Nuzi (1320-1373) è il primo nome di pittore fabrianese giunto
a noi di cui si hanno testimonianze nelle carte d’archivio. L’artista,
che segna il momento di passaggio al gotico cortese nelle Marche, è
attivo in diverse città: intorno
al 1350-60 è a Fabriano per la realizzazione di un ciclo di affreschi
nella cappella di Sant’Orsola nella chiesa di San
Domenico.
L’attenzione all’aspetto narrativo, il decorativismo, i colori
caldi che caratterizzano il suo linguaggio pittorico emergono nella
rappresentazione delle Storie di Sant’Orsola, resa
attraverso un complesso programma iconografico, ricco di personaggi, dove
l’artista punta soprattutto a far emergere l’idea del proselitismo e
del viaggio che la santa ha affrontato quando, per tentare di evitare un
matrimonio non voluto, si reca dal papa a Roma con 100 vergini e in sogno,
durante il viaggio, ha premonizione del proprio martirio. Al ritorno
difatti, Orsola viene uccisa dagli Unni insieme a papa Ciriaco e alle
seguaci che l’ accompagnano.
Secondo
una corrente di studiosi, sempre in questa chiesa, sarebbero opera di
Allegretto Nuzi anche la Madonna col Bambino e Babilonia a
cavallo dell’hidra dalle sette teste affrescati sulle pareti
d’ingresso e la Crocifissione sulla parete sinistra della stessa
sacrestia.
Di questo
periodo restano anche gli affreschi con le Storie di San Lorenzo
nella cappella di San Lorenzo, Chiesa di San Venanzio (Cattedrale)
e il Cristo in pietà posto nell’atrio della Chiesa di
San Nicolò.
Allegretto
Nuzi si serve di stilemi semplici e chiari, di immediata comprensione,
arricchiti però da cromie brillanti, gesti eleganti, fisionomie belle e
ben riconoscibili, elementi finalizzati a far sì che il messaggio
espresso attraverso l’opera sia recepito con immediatezza dai fedeli che
contemplano in preghiera le rappresentazioni sacre.
Ancora
a Fabriano, nella Pinacoteca Civica "B.Molajoli", è possibile
ammirare il pentittico raffigurante la Madonna con Bambino e Santi
(tempera su tavola cuspidata). Da sinistra: Santa Maria Maddalena,
rappresentata con toni caldi
e vibranti, regge il vaso d’ unguento; San Giovanni Evangelista mostra
il libro aperto su cui sono scritte le parole iniziali del Vangelo di
Giovanni: "IN PRINCIPIO ERAT
VERBUM ET VERBUM ERAT APUT DEUM ET DEUS ERAT VERBUM HOC ERAT";
seguono, a destra della tavola centrale, San Bartolomeo e San Venanzio.
Nelle
Marche, la Galleria Nazionale di Urbino conserva la
Madonna in trono con Bambino (1372), opera di raffinata eleganza
per lo splendore degli abiti (Bambino vestito d’oro) e le fisionomie
seducenti.
Nel Duomo
di Macerata trittico
(1369) con al centro al Madonna col Bambino in trono con ai
lati 4 santi e due schiere di angeli. Nello scomparto a sinistra S.Antonio
Abate, a destra San Giuliano. Sulla base del trono si legge il nome del
donatore: “frater Jahannes clericus preceptor Bolentini”.
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